Pur essendo molto liberale io non sono contro lo Stato
Sociale, se questo e’ congegnato per dare pari opportunita’ ad ogni individuo. Ad
esempio, ritengo che una buona scuola pubblica (ed attenzione in Italia,
nonostante tutto ce l’abbiamo ancora) ed una sanita’ parimenti aperta a tutti
siano punti fermi nel concedere pari opportunita’.
Ma qui il problema e’ che dietro la parola Stato Sociale in
Italia si e’ perpetrato un grande imbroglio generazionale. Lo Stato Sociale e’
quella foglia di fico con cui abbiamo concesso baby pensioni ad una generazione
di sessantottini, che tanta voglia di lavorare, diciamolo, non ce l’avevano
proprio. Pensate alla bandiera di quel ’68, il SEI POLITICO! Mettetelo in
prospettiva nei tempi odierni, dove i nostri figli devono farsi un mazzo al
cubo a scuola per poter competere con gli agguerritissimi asiatici e dove noi
dobbiamo pagare le tasse per pagare le baby pensioni a questi grandi
lavoratori.
MA SCHERZIAMO??
Qui c’e’ una generazione che ci ha preso per i fondelli,
diciamolo. Non c’avevano voglia ne’ di lavorare, ne’ di competere, hanno
pensato che la ricchezza venisse giu’ dagli alberi e non venisse prodotta da
anni ed anni di sacrifici ed investimenti. Hanno gonfiato il debito pubblico a
dismisura concedendosi pensioni generose che noi non vedremo neanche con il
lanternino, hanno assunto vagonate di dipendenti pubblici inutili, spendendo il
denaro pubblico in spese correnti poco produttive. Hanno creato il mostro del
debito pubblico che adesso grava sulle nostre spalle!
E quando hanno scoperto che la ricchezza non cade dagli
alberi, che hanno fatto? Hanno fatto mea culpa e sono tornati indietro? NO, si
sono chiusi nelle nuove corporazioni degli anni 2000, i sindacati, che guarda
un po’ sono fatti al 50% da pensionati! E lottano per il conservatorismo e
dietro la bandiera dell’Italia giusta perche’ toglie ai ricchi per dare ai
poveri, ci rimetteranno le mani nelle tasche.
Andranno a
colpire chi e’ piu’ onesto e piu’ bravo, perche’ quelli che pagano piu’ tasse
in Italia sono tutti i professionisti onesti (visto che dichiarano lauti guadagni) e bravi (perche’ guadagnano tanto). Si andra’ a favorire chi non ha
investito nel proprio futuro con gli studi e la preparazione, chi e' meno ambizioso e si e' sbattuto di meno e quei furbi che
non dichiarano quanto guadagnano, che si vedranno, addirittura, ridurre le
poche tasse che pagano.
E non accetto la demagogia degli ultimi e dei poverelli!! Non
confondiamo l’assistenza sociale per chi non ha i mezzi perche’, ad esempio,
malato, con chi sta benissimo e potrebbe darsi da fare per rimediare alla sua
situazione di insussistenza o di scarso guadagno. Non c'e' dubbio che chi non ha la possibilita' di competere debba essere assistito, ma chi sta bene e puo' lavorare deve darsi da fare, punto.
Lo Stato qui, nel principio delle pari opportunita’,
dovrebbe offrire a chi ha perso il lavoro, la possibilita’ di ri-formarsi e
ritornare a lavorare. E questo va benissimo, ma non e' giusto penalizzare in maniera sistematica e strutturale chi ha piu' successo per chi ne ha di meno, non esiste.
Che siano i ricchi a dover pagare i poveri, sulla base di una concezione di equita' truffaldina, e’ roba da
Soviet supremo.
Meditate gente, meditate ...
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